16 Aprile 2025
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ESG: una realtà con cui bisogna fare i conti, anche nei trasporti e nella logistica

Nel mondo dell’imprenditoria, in particolare nei settori della logistica e dei trasporti, si parla sempre più di criteri ESG (Environmental, Social e Governance). Questo acronimo rappresenta tre tipi di criteri: ambientali, sociali e di governo societario. Queste dimensioni aiutano a valutare l’impatto reale di un’azienda in termini di sostenibilità. Il ranking basato sui criteri ESG misura quindi la capacità delle aziende di seguire gli standard necessari per avere un profitto sostenibile e costruire un brand affidabile.

Nonostante questa impostazione provenga e sia supportata dalla Comunità europea, nel mondo delle PMI la quota di aziende che investe in sostenibilità si ferma al 42% (contro il 93% delle grandi imprese), secondo i dati dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano. Solamente l’8%, poi, utilizza il digitale in modo intensivo per perseguire obiettivi ESG.

Va notato che dal 2024 le grandi aziende (oltre 500 dipendenti) dovranno rispettare i criteri e la rendicontazione degli ESG, mentre le medio-grandi (oltre 250 dipendenti e 40 milioni di fatturato) dal 2025, e le PMI quotate dal 2026. Anche le piccole imprese dovranno seguirli in base alle richieste dei loro clienti e nei rapporti con le banche, per garantire trasparenza e reputazione.

Il 25% delle emissioni di anidride carbonica proviene dai trasporti. Per ridurre queste emissioni fino all’arrivo dell’elettrico, è utile migliorare la logistica ottimizzando i percorsi, riducendo così il carburante consumato. Questo si può fare grazie a strumenti di monitoraggio dei dati. Una soluzione efficace è il TMS (Transport Management System), che utilizza un software di Intelligenza Artificiale per pianificare i trasporti, ottimizzando l’uso dei mezzi e riducendo il chilometraggio, sempre in modo sostenibile. Questo sistema offre flessibilità e integrazione con le infrastrutture aziendali esistenti. Per affrontare le emissioni nocive, è importante analizzare i dati storici e pianificare i trasporti usando l’IA per diminuire la CO2.

Un’azienda di trasporto che deve rendicontare le emissioni di CO2 può usare algoritmi per suddividere il viaggio in segmenti: prelievo, trasporto primario e trasporto secondario. Questo permetterà di calcolare con precisione le emissioni Scope 3, ossia quelle generate da attività aziendali non direttamente controllate, come la catena di fornitura e lo smaltimento dei prodotti. Si segue il modello di calcolo GLEC, riconosciuto a livello internazionale, sviluppato da oltre 150 aziende ed esperti per il calcolo delle emissioni nel settore logistico.

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